Tonsillite e tonsillectomia


Che cosa sono le tonsille palatine?

Le Tonsille palatine sono due piccoli organi linfatici che fanno parte del complesso sistema immunitario dell’organismo;sono situate nell’orofaringe e,insieme alle adenoidi (tonsilla farigea), alla tonsilla linguale e ad altro tessuto linfatico locale,costituiscono il così detto “anello di Waldeyer” a difesa del tratto alto delle vie aereo-digestive. Esse sono poste strategicamente laddove possono “catturare” i batteri e virus che penetrano le vie aerodigestive e aiutano nel formare anticorpi contro di essi.. Questa funzione è importante nei primi due anni di vita ma poi lo diventa progressivamente meno negli anni seguenti. Ciò spiega perché i bambini cui vengono rimosse, spesso assieme alle adenoidi, non presentano segni di diminuita funzione immunitaria agli esami di laboratorio.

 

 

 

Che cos’è la tonsillite?

La tonsillite è un processo infiammatorio delle tonsille palatine. Si distinguono tonsilliti acute, croniche e ricorrenti dell’adulto e del bambino

 

 

 

Come si manifesta una tonsillite?

Si presenta in genere con sintomi generali: febbre, malessere, mal di gola, aumento degli indici di laboratorio che segnalano un’infiammazione in atto (VES e PRC) e con sintomi locali: dolore a deglutire, arrossamento limitato alle tonsille e ingrossamento dei linfonodi del collo.
La forma acuta della tonsillite è molto comune nell’infanzia, soprattutto nei bambini dai 4 agli 8 anni d’età, ed è spesso accompagnata da ipertrofia delle adenoidi. In alcuni casi le tonsille possono presentare, oltre al rossore, alcune chiazze bianche. Se, in contemporanea, vi è anche lingua patinosa, vomito, diarrea e febbre (anche fino a 40°C) significa è più probabile che si tratti di una tonsillite batterica dovuta in genere a germi quali gli streptococchi.

Che esami sono utili in chi soffre di infezioni tonsillari?

È importante la storia medica del paziente e l’esame delle prime vie aeree e del collo da arte dello specialista ORL. Per approfondire la diagnosi lo specialista potrà richiedere il tampone faringeo che permette di verificare la presenza di un’infezione batterica, in particolare la presenza dello streptococco beta emolitico di gruppo A, e degli esami di laboratorio che permettono di escludere o affermare la presenza di segni generali di infiammazione o di infezione. Gli esami più utili sono:
in fase acuta
Proteina C reattiva
Emocromo con formula
Eventuale ricerca diretta di AG virus respiratori su tampone nasale (Influenza A-B, Parainf.1-3, Adenovirus, Respirat. sinciziale) a discrezione del medico
Per controllare l’evoluzione
VES
TAS (associato con indici infiammatori)
Ricerca sierologica IgG, IgM,IGA
Il TAS o titolo antistreptolisinico Esprime solo una risposta anticorpale in atto, pregressa o anamnestica, evocata da una serie di antigeni presenti nello streptococco beta emolitico gruppo A; Il titolo si positivizza a 7-10 giorni dall’infezione, ha una fase crescente con picco alla terza-quinta settimana ed una fase descrescente graduale che dura da alcuni mesi ad un anno. Un singolo titolo elevato non è indice d’infezione in atto o recente, ma acquista valore se aumenta significatamente (più di un valore di diluizione) ad un controllo dopo 2-3 settimane. Titoli elevati non sono indice di malattia reumatica ma dimostrano l’avvenuta infezione streptococcica. La terapia penicillinica neutralizza il germe, ma non porta alla normalizzazione del titolo. È in genere accetato che la tonsillectomia non vada eseguita per trattare i portatori sani di streptococco beta-emolitico di gruppo A. La terapia antibiotica si è dimostrata efficace nel trattare le infezioni streptococciche e le patologie ad esse correlate.

Come si distingue una tonsillite batterica da una virale?

Non è facile distinguerle clinicamente! Se un mal di gola non è associato a raffreddore e si protrae oltre 3 giorni con febbre, oppure se determina difficoltà alla deglutizione è più probabile che sia causato da batteri e necessiti di terapia antibiotica. Sarà comunque utile rivolgersi al medico di fiducia che farà la diagnosi differenziale.

Esiste una predisposizione alle infezioni tonsillari?

La prevalenza di tonsillitis ricorrenti considerate nell’intero arco della vita è di circa il 12%. Studiando migliaia di gemelli Kvestad e altri (Arch Otolaryngol Head Neck Surg. 2005;136:383-387) hanno evidenziato che I gemelli monozigoti (con identico patrimonio genetico) hanno l’identico numero di tonsillitis ricorrenti mente I gemelli con diverso patrimonio genetico presentano una grande variabilità. Sulla base di questi studi si ritiente che la suscettibilità alla tonsillite ricorrente sia per il 6% genetica e per il 40% ambientale (Smith RJH. Recurrent tonsillitis among twins. JAMA. 2005;293:2925-2926).

Quando è indicato l’intervento di tonsillectomia?

in presenza di cinque o più episodi batterici documentati all’anno invalidanti e tali da impedire le normali attività
con sintomi perduranti per almeno 12 mesi
dopo un periodo ulteriore di osservazione di almeno 6 mesi
L’ indicazione può essere più elastica in presenza di :
adenopatia laterocervicale significativa >2cm causata da tonsillite e persistente dopo terapia antibiotica
uno o più episodi di ascesso peritonsillare
convulsioni febbrili
Patologia malformativa app. respiratorio / app. cardiocircolatorio o altre gravi malattie croniche
La tonsillectomia non è giustificata nei bambini che presentano infezioni ricorrenti di grado moderato a fronte dei rischi, dei costi e della morbosità postoperatoria che l’intervento comporta (Paradise 2002)
tile è la che gli episodi e sintomi siano registrati in un “DIARIO” tipo il seguente

 

episodio di tonsillite acuta 1 2 3 4 5
durata dei sintomi (n. giorni)
data inizio dei sintomi (n. giorni)
faringodinia (n. giorni)
disfagia (n. giorni)
febbre >38° (n. giorni)
astenia (n. giorni)
linfoadenomegalia (n. giorni)
giorni di scuola/lavoro persi
(esempio di diario per la raccolta di dati sugli episodi di tonsillite ricorrente)

La tonsillectomia è utile nella Sindrome PFAPA?

L’acronimo PFAPA (Periodic Fever, Aphthous stomatitis, Pharyngitis, and cervical Adenitis) si riferisce alla sindrome cronica identificata nei bambini e caratterizzata da episodi periodici di febbre alta (>39°C), perdurante dai 3 ai 6 giorni e ricorrente ogni 3-8 settimane, accompagnata da stomatite aftosa, faringite e adenite cervicale. La tonsillectomia è sicuramente efficace nel determinare una remissione clinica della sindrome ma va anche considerato che essa può essere trattata con una terapia cortisonica e che spesso si risolve spontaneamente dopo un periodo di tempo variabile. Ne consegue che attualmente non si considera questa sindrome come un’indicazione alla tonsillectomia.

Che rischi ci sono con la tonsillectomia?

La tonsillectomia e l’adenoidectomia sono le operazioni chirurgiche più frequentemente eseguite in età pediatrica in Italia.Nel 2000 sono state rilevate dal sistema informativo del Ministero della salute più di 44.000 tonsillectomie con o senza adenoidectomia e 32.000 adenoidectomie, eseguite in bambini o adolescenti con meno di 18 anni. Sempre nel 2000 sono state eseguite negli adulti circa 17.000 tonsillectomie. Si tratta di un intervento chirurgico a basso rischio ma come per ogni operazione chirurgica, anche per la tonsillectomia è sempre doveroso valutare i rischi e i benefici per le possibili complicazioni chirurgiche ed anestesiologiche. Vanno innanzitutto valutate le possibili controindicazioni come alcune malformazioni del palato quali la presenza di un’ugola bifida o di palatoschisi (incompleta fusione delle lamine del palato).
Il paziente, inoltre, deve essere in buone condizioni generali: gli esami del sangue devono essere regolari e, soprattutto, deve esserci un normale stato di sanguificazione (assenza di anemia), di emostasi (capacità del sangue di coagulare) e non deve essere presente un processo di infiammazione.
Tra i vantaggi ci sono, oltre l’eliminazione degli episodi di tonsillite anche il miglioramento della respirazione se le tonsille erano ipertrofiche.
Un certo vantaggio, secondo alcuni studi, si può avere dalla tonsillectomia nei soggetti con psoriasi.
Va comunque ribadito che l’asportazione delle tonsille non compromette la salute ne del bambino ne dell’adulto.
I rischi principali si distinguono in immediati, secondari e tardivi essi sono:
IMMEDIATE
EMORRAGIA
Traumi lussazioni dentarie
Ferite al velo palatino
Rischi legati all’anestesia
SECONDARIE
EMORRAGIA
infezioni
TARDIVE
Rinolalia (voce nasale)
Stenosi orofaringea (con difficoltà alla deglutizione)
Insufficienza velare (con passaggio di liquidi nel naso)
Di tutte queste solo l’emorragia ha una certa frequenza, dal 3 all’8% nelle diverse casistiche.

Ci sono precauzioni da prendere prima dell’intervento?

Per almeno due settimane prima dell’intervento bisognerebbe evitare l’uso di aspirin ache facilita il sanguinamento postoperatorio e il paziente dovrebbe informare il chirurgo di tutti I farmaci che assume.

Cosa succede dopo l’intervento?

Ci sono numerosi disturbi che compaiono dopo l’intervento. I più frequenti sono: mal di gola, dolore alle orecchie, deglutizione dolorosa, vomito, febbre, alito cattivo. Essi sono una normale conseguenza dell’intervento e possono essere trattati con terapie farmacologiche. Tra gli antidolorifici quello consigliato è il paracetamolo che contrariamente ad i farmaci aspirino-simili non espone al rischio di emorragia.