Ipertrofia adenoidea


Cosa sono le adenoidi?

Si indica con il nome adenoidi, tessuto adenoideo, ipertrofia adenoidea, il “rigonfiamento del tessuto linfatico normalmente presente nel rinofaringe (quello spazio posto dietro il naso e il palato che fa parte delle vie aeree) e fanno parte del cosiddetto anello del Waldayer che comprende oltre alle adenoidi le tonsille palatine e il tessuto linfatico faringeo e che rappresenta uno dei meccanismi di difesa dell’organismo contro le infezioni delle alte vie respiratorie. Le adenoidi sono frequentemente presenti nei bambini a causa delle frequenti infezioni che determinano un ingrossamento di questi tessuti linfatici a difesa delle vie aeree superiori.

Quando diventano un problema?

Le adenoidi diventano un problema quando si infettano acutamente determinando una sintomatologia caratterizzata da voce nasale, respirazione orale e russamento, secrezioni mucose e giallastre dal naso o nella gola  frequente associazione di un’infiammazione dell’orecchio e/o delle cavità sinusali (otite e sinusite). Ciò in genere si verifica in corso di una sindrome influenzale o di un raffreddore che si complica con l’adenoidite che quindi si instaura nel quadro di malessere generale tipico di queste patologie.

Quando le infezioni ripetute determinano un ingrossamento cronico del tessuto adenoideo che si manifesta in genere con due sintomi la difficoltà respiratoria nasale cui può associarsi l’ipoacusia dovuta al determinarsi di una otite media secretiva. Quest’ultima si verifica quando le adenoidi ipertrofiche bloccano l’orificio rinofaringeo della tuba di Eustachio impedendo a quest’ultima di rifornire d’aria l’orecchio medio.

Quali sono i sintomi della ipertrofia adenoidea cronica?

Come sopra riportato il sintomo principale è la difficoltà respiratoria nasale dovuta all’ostruzione meccanica del rinofaringe da parte del tessuto linfatico adenoideo ingrossato. Ciò determina respirazione orale che la notte determina russamento e, nei casi più gravi apnee notturne. Se l’ingrossamento determina l’ostruzione della tuba di Eustachio si determina la raccolta di secrezioni sieromucose nell’orecchio che può infettarsi determinando un’otite acuta oppure può solo determinare una diminuzione dell’udito per azione meccanica di blocco della membrana timpanica.

Alcune volte si ingrossano solo le adenoidi poste in corrispondenza della tuba di Eustachio e l’ipoacusia può essere l’unico sintomo.

Ci sono dei rischi per la salute in generale se si è instaurata un’ipertrofia adenoidea cronica?

Si, l’ostruzione della respirazione nasale provoca una respirazione orale; l’aria inspirata non viene più filtrata, umidificata e riscaldata dal naso e arriva ai bronchi senza aver subito i processi sopra descritti. Il ristagno delle secrezioni catarrali nel naso può determinare una infezione cronica dei seni paranasali, la cosiddetta rinosinusite cronica. Il tenere costantemente la bocca aperta per respirare è responsabile di una forma particolare di accrescimento delle ossa del massiccio facciale che determina la cosiddetta facies adenoidea caratterizzata da bocca semiaperta, labbro superiore sollevato, naso affilato ed espressione “addormentata”. Sono spesso presenti deformità del palato che assume aspetto ogivale e malocclusioni dentarie. Se l’ostruzione respiratoria è severa si può avere una sindrome delle apnee ostruttive del sonno caratterizzata da interruzioni periodiche della respirazione con conseguente sonnolenza diurna, stanchezza e, nei casi gravi, disturbi cardiaci (cuore polmonare).

Come si diagnostica l’ipertrofia adenoidea?

Il sospetto diagnostico è spesso posto dal pediatra sulla base delle informazioni ricevute dai genitori e delle visite ripetute cui in genere vengono sottoposti questi bambini per i frequenti episodi infettivi. In particolare sono le otiti ricorrenti, il continuo colare di catarro dal naso e, meno di frequente, la sensazione dei genitori che il bambino non senta bene. L’ipoacusia può talora essere il sintomo più evidente di una ipertrofia adenoidea cui si associa una otite media secretiva bilaterale.

La diagnosi di certezza è posta dalla visita otorinolaringoiatrica che permette di escludere altre cause di ostruzione nasale e talora di osservare l’ipertrofia alla semplice rinoscopia anteriore. Nei bambini più grandi e collaboranti la rinoscopia posteriore con un piccolo specchietto permette di vedere bene l’entità dell’ostruzione e l’impegno della tuba di eustachio. Anche l’esame fibroscopico del rinofaringe permette di evidenziate precisamente il grado di ipertrofia, può essere usato anche in bambini non collaboranti e crea solo un minimo fastidio. Esami non invasivi usati più di rado sono la teleradiografia del cranio che evidenzia il “profilo” dell’ipertrofia e la  rinometria acustica strumento che permette di misurare le aree delle cavità nasali e del rinofaringe.

Va comunque sottolineato che alla semplice rinoscopia anteriore laddove si evidenzi l’assenza di altre   cause di ostruzione in un bambino con tonsille palatine di dimensioni normali l’ipetrofia adenoidea      rimane l’unica e più frequente causa.

Totalmente da evitare per il trauma che provoca sul bambino è, a nostro avviso, la vecchia procedura di palpazione digitale delle adenoidi.

All’atto della visita medica per sospetta ipertrofia adenoidea è sempre consigliabile una attenta valutazione delle membrane timpaniche anche con l’ausilio di un esame impedenzometrico per escludere la presenza di un versamento nella cassa timpanica.

Come si cura l’ipertrofia adenoidea?

La cura dell’ipertrofia adenoidea è medica  nelle fasi iniziali quando è possibile una regressione, anche parziale, dell’ipertrofia. In caso di adenoidite acuta si usano antibiotici ad ampio spettro, decongestionanti nasali e cortisonici per via aerosolica o per via orale. Dopo la fase acuta sono utili i vaccini anticatarrali, le vitamine, i mucolitici e le cure termali (inalazioni a getto di vapore), humages e in casi. Quando, nonostante le cure mediche, l’ipertrofia diventa cronica e i sintomi si aggravano l’unica terapia che offra risultati stabili è rappresentata dalla asportazione chirurgica delle adenoidi ipertrofiche.

Quando si pone l’indicazione chirurgica?

L’intervento chirurgico è sempre indicato quando sono presenti complicanze dell’ipertrofia adenoidea ed in particolare: rinosinusite cronica, russamento con apnee notturne, otite media secretiva con ipoacusia.      Indicazione relativa è rappresentata dalle infezioni ricorrenti delle vie aeree superiori e dalle otiti ricorrenti senza versamento timpanico tra un episodio e l’altro. Va viceversa posta con cautela l’indicazione alla adenoidectomia nella insufficienza velo-faringea.

Nei casi in cui è indicato, all’intervento di adenoidectomia si associa l’intervento di tonsillecttomia e/o l’intervento di miringotomia con o meno posizionamento di tubicini di ventilazione nell’orecchio.

Che rischi ha l’intervento di adenoidectomia?

L’intervento viene eseguito in anestesia generale con intubazione orotracheale e presenta i rischi generali di una anestesia generale che sono estremamente rari. Il rischio specifico dell’adenoidectomia è rappresentato dal sanguinamento che può verificarsi subito dopo o rarissimamente  alcuni giorni dopo l’intervento e che può richiedere una tamponamento del rinofaringe con tamponi inseriti dal naso o più di rado una nuova anestesia generale per coagulare il punto emorragico. Si tratta comunque di un rischio molto basso soprattutto se confrontato con il rischio di sanguinamento della tonsillectomia che è molto più alto.